Dopo gli appuntamenti del 25 e 26 dicembre, gli amanti lecchesi di Star Wars sono nuovamente accontentati: al cine-teatro Palladium di Lecco – questa sera – verrà proiettato “Star Wars: Gli Ultimi Jedi”.
Ecco il programma:
MERCOLEDI’ 27 DICEMBRE 21:00
PREZZI BIGLIETTI INTERI
Giovedì/venerdì: 6,5 € – Prefestivi e festivi: 7,5 €
PREZZI BIGLIETTI RIDOTTI
Fino a 3 anni compresi: gratis – Dai 4 agli 8 anni (compresi): 5 €
TRAMA
La “galassia lontana lontana”, che è stata a lungo una galassia della nostalgia, si è fatta più vicina da quando la Disney ha preso in mano le redini della space opera e ne ha rilanciato la prosecuzione. Dopo Il risveglio della forza, firmato J.J. Abrams, è la volta di Star Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi, scritto e diretto da un altro regista cresciuto nel mito delle guerre stellari e dei personaggi creati da George Lucas, Rian Johnson. Il fatto che la nuova era del franchise sia affidata a questa generazione di creativi non è cosa marginale: depositari di un sapere e di un gusto maturato nell’ambito della passione, gli Abrams e i Johnson sono gli interlocutori di un pubblico che è in maggioranza composto di fan, vecchi e nuovi, dell’universo Star Wars, che ha esigenze ed aspettative, da assecondare e ribaltare.
Presentato alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia, e uscito in sala due anni dopo, il film mise sotto gli occhi di tutti anche il talento di Joseph Gordon-Levitt, impegnato in una sorta di one-man-show interpretativo nei panni di uno studente liceale che si ritrova ad indagare su un mistero che avvolge la sua ex ragazza, dentro un pastiche hardboiled dall’ambientazione totalmente suburbana e studentesca. Qualcosa di talmente originale e insolito, che Johnson fu costretto a produrlo di tasca propria o quasi. Certi che la produzione di Episodio VIII non gli abbia riservato problemi di questo genere, ci si attende da lui uno script all’altezza della sua fama, specie in materia di dialoghi, in grado di mettere a tacere le chiacchiere saputelle e preventive della rete, luogo principe della diffusa pratica del pre-giudizio.
Mentre il terzo capitolo della terza trilogia, fatta eccezione per il nome del regista, Colin Trevorrow, permane ancora nel più fitto segreto (e si può immaginare che sia alle prese con la gestione della prematura scomparsa di Carrie Fisher), i rumors sull’ottavo film della saga degli Skywalkers sono tanti, troppi. Per la prima volta nella storia di questo franchise, la narrazione potrebbe riprendere in continuità rispetto al punto di arresto di Episodio VII, vale a dire dal momento dell’incontro tra Rey (Daisy Ridley) e Luke (Mark Hamill), e avrà certamente a che vedere con le origini di Rey.
Accada quel che accada, ciò che il film di Johnson è chiamato a gran voce a fare, ora, è superare il suo precedente immediato, che era stato costretto, in un modo o nell’altro, a rifondare la scacchiera su cui far muovere i nuovi personaggi, e aveva scelto di farlo prendendo a modello la drammaturgia della trilogia originale. In molti hanno pensato e scritto che Abrams non ha avuto possibilità di scelta, in questo senso, che la via del calco era l’unica via possibile, per molte ragioni, tra cui la necessità di “risvegliare” un desiderio forte di tornare all’avventura delle origini e un entusiasmo legato ad esse e non ad altro. Certo è che, a Johnson con Episodio VIII, e poi a Colin Trevorrow con Episodio IX, tra due anni esatti, non sarà concesso lo stesso escamotage.
Non resta dunque che affidarsi a Rey, giovane erede dell’onere e dell’onore dei paladini della galassia, ma anche di un antico progetto, di Lucas stesso, di una Luke Starkiller femmina, poi accantonato, chissà, per i tempi (questi) che dovevano venire. Rottamatrice di mestiere e forse di fatto, sconosciuta e carismatica quanto basta per chiedere e ottenere le nostra fiducia, Rey e il suo destino sono la risposta a tutte le domande ancora insolute: che la forza sia con lei.