La rubrica “Il lunedì del piccolo lettore”, in collaborazione con libreria “Mascari 5” di Lecco, propone:

Titolo: Brutto + bello
Autore: Antonio Koch e Keisuke Shimura
Prezzo di copertina: € 12,50
Editore: TopiPitorri
Età di lettura: dai 4 anni

Brutto vive sotto il letto di Bello.
Bello vive di giorno e la notte, quando Brutto esce, dorme.
Di giorno, invece, Brutto riposa e Bello va a scuola.
Così non si incontrano mai.
Brutto e Bello sono diversi come il bianco e il nero, la luce e il buio, i sogni e la realtà.
Ma la differenza più grande è che uno dei due è solo, mentre l’altro ha un sacco di amici.

Un’addizione prova a rispondere ad alcuni grandi interrogativi dell’esistenza: “chi sono io?”, “chi sei tu?”, “chi è l’altro?”.
Anche fra contrari, un equilibrio esiste, e chiede a due parti opposte di tenersi unite.
Attraverso le parole di Antonio Koch e le immagini di Keisuke Shimura, Brutto e Bello risultano essere due cose in una.
Un’idea di assoluta parità: immagine e testo, sogno e realtà, istinto e ragionevolezza….
Ciò che si è soliti chiamare “paura del diverso”, qui, non ha motivo di manifestarsi.
Come si legge: «Nessuno ha paura di Brutto. […] Nessuno ha paura di Bello.».

Le antitesi sono lampanti:
Il nero col bianco, la sinistra con la destra, il sopra col sotto,
il brutto col bello, il mostro col bimbo, il dentro col fuori,
il chiuso con l’aperto, il sonno con la veglia, il buio con la luce,
la notte col giorno, la retta con la curva, il quadrato col cerchio,
la solitudine con l’amicizia, la singolarità con la pluralità.
Brutto + Bello è abitato da mostri amici, che non fanno paura, al contrario, tengono compagnia.
In questo modo, leggere Brutto + Bello nell’ora di dormire, può assumere un significato particolare per quei lettori che più temono il buio e il distacco tra giorno e notte.
«Prima dell’alba, il fuoco si spegne.
“E adesso dove andiamo?” Chiede Brutto Uno, stanco.
“Torniamo sotto i nostri letti, sotto i nostri bimbi.”
“A dormire?”
“A dormire. Il fuoco brillerà ancora domani notte.” “E la notte dopo.” “E quella dopo ancora”
“Finché danzeremo, brillerà.».
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