L’escursione che porta al rifugio Stoppani parte da piazzale funivia per i Piani d’Erna, raggiungibili in auto o con la linea 5 del bus, e, anche se la mulattiera sale a tratti un po’ ripidi, non prevede particolari difficoltà.
Per raggiungere il rifugio è necessario prendere il grosso sentiero che si trova a destra della funivia per procedere nel bosco fino ad arrivare al segnale giallo che indica “tutte le direzioni”. Da qui, dopo qualche metro si raggiunge la strada asfaltata dove si dovrà poi svoltare a destra e proseguire sino all’imbocco della mulattiera, il sentiero numero 1 segnalato dal corrispettivo segnavia rosso-bianco-giallo.
Il sentiero da seguire è abbastanza largo e lievemente ripido per i primi 10-15 minuti di cammino, poi si raggiunge il bivio che indica “campo dei boi” sulla destra. Dal bivio si prosegue dritto e si esce dal bosco quando si raggiunge una piccola cappella votiva lungo il sentiero e quando si scorgeranno delle case della località Costa. Il percorso è per la maggior parte all’ombra.
Alla biforcazione del sentiero si procede dritti per il rifugio Azzoni sul Resegone, passo del Fò e Campo dei Boi, a sinistra si va per il nostro rifugio Stoppani in cui il sentiero passa per un centro ancora abitato e per dei prati. Sulla sinistra si osserva un vialetto che porta ad un’altra cappella votiva Madonna del Resegone voluta e progettata dai volontari.
Da qui il sentiero continua lungo un bosco di castagni e, dopo una decina di minuti e dopo una curva a destra, si osserverà il rifugio Stoppani.
Lì attende un balcone panoramico in cui ammirare la vista su Lecco, il lago di Como, il Monte Barro e il Moregallo.
Purtroppo non ci sono prati nelle vicinanze in cui è possibile sostare, ma il rifugio ha tavoli ad uso dei clienti nei giorni di apertura: mercoledì, sabato e domenica. Dal 18 giugno è aperto tutti i giorni.
Inoltre, il rifugio Stoppani è una base di partenza per effettuare altre escursioni: via ferrata Pizzo d’Erna (2° tratto Gamma 1), Piani d’Erna, rifugio Azzoni e rifugio Capanna Monza, passando per il passo del Fò.
Foto: Cristina Brambilla